L’Ipertrofia Prostatica Benigna (IPB) consiste in un ingrossamento della prostata. Con l’aumentare dell’età la porzione centrale della ghiandola (posta a manicotto intorno al canale urinario) tende a svilupparsi in maniera eccessiva e spropositata. A causa del suddetto ingrossamento il canale urinario (uretra) può essere compresso e schiacciato così come la parte periferica della ghiandola. L’IPB é caratterizzata oltre che dall’aumento della frequenza delle minzioni diurne e notturne (pollachiuria e nicturia), anche da una sensazione di incompleto svuotamento, da minzione intermittente fino ad arrivare alla ritenzione urinaria acuta.
È una patologia molto frequente?
Una recente indagine epidemiologica condotta su un campione rappresentativo della popolazione italiana, ha fornito le seguenti indicazioni: 7,6% nei 50-59enni, 12,4% nei 60-69enni e 25% negli ultra 70enni. Estrapolando queste stime alla popolazione italiana ultra 50enne, risulterebbero affetti da IPB sintomatica circa 600 mila uomini. Volendo considerare la possibile sottostima del fenomeno determinata dalla metodologia utilizzata e dati demografici più aggiornati, gli italiani colpiti sarebbero invece 1 milione e 360 mila. Inoltre, è stato appurato che 1 italiano su 3 non si sottopone ai controlli necessari.
Quali sono le cause dell’ipertrofia prostatica benigna?
Non si conosce con esattezza la causa della IPB. Alcuni ricercatori ritengono che sotto lo stimolo delle minzioni continue, delle eiaculazioni e delle infiammazioni si verifichino dei microtraumi che liberano dai tessuti prostatici vicino all’uretra una sostanza capace di causare l’accre-scimento delle ghiandole vicine. Un ruolo essenziale sembra essere svolto dall’assetto ormonale che si viene a creare con il passare degli anni. La IPB può potenzialmente iniziare a svilupparsi molto presto, già dopo i 30 anni, ma non in tutti i soggetti si sviluppa con la medesima modalità e velocità.
Quali sono i sintomi principali?
Pollachiuria, nicturia, sensazione di incompleto svuotamento, minzione intermittente fino ad arrivare alla ritenzione urinaria acuta. Quest’ultima diventa una vera urgenza urologica che richiede il posizionamento di un catetere vescicale al fine di svuotare la vescica.
Come si fa la diagnosi di IPB?
L’esplorazione rettale, l’ecografia prostatica trans-rettale e l’uroflussimetria sono sicuramente necessarie per un corretto studio della malattia.
Qual é il trattamento?
Esistono cure farmacologiche e terapie di tipo chirurgico:
1) Farmaci. Negli ultimi anni sono stati commercializzati farmaci estremamente efficaci nel ridurre i disturbi legati all’IPB. La terapia si avvale dell’uso degli alfa-litici ed antiandrogeni periferici quali la finasteride e la dutasteride che inibiscono la crescita volumetrica dell’adenoma prostatico riuscendo inoltre in una buona percentuale dei casi anche ridurne il volume. Vengono anche utilizzati prodotti fitoterapici (estratti vegetali) la cui azione non é ben nota ma che sembrano agire sulla componente infiammatoria. Grazie a tali medicine il numero dei pazienti che devono essere operati si é fortemente ridotto negli ultimi tempi. Non tutti i casi, però, ne beneficiano in eguale misura ed é quindi necessaria un’attenta analisi per ogni caso specifico.
2) Interventi chirurgici. Qualora il trattamento medico risulti inefficace è necessario intervenire chirurgicamente con interventi atti a rimuovere l’adenoma prostatico sia con tecniche endoscopiche (resezione trans-uretrale di prostata) sia a cielo aperto (per via trans-vescicale). Esistono cure chirurgiche di diversi tipi: L’adenomectomia chirurgica. È l`intervento tradizionale, che si esegue con un accesso addominale sovrapubico ed é riservato alle prostate di grosse dimensioni. La resezione endoscopica transuretrale o T.U.R.P. Anche questo é un intervento chirurgico tradizionale che si esegue senza “taglio” ma con uno strumento speciale introdotto nel canale urinario attraverso il pene. E’ riservato a prostate medio/piccole. Distruzione della prostata con laser. Tipi diversi di laser vengono introdotti per via trans-uretrale per distruggere il tessuto adenomatoso.
Dopo un primo trattamento la IPB può ripresentarsi?
Come nel caso delle prostatiti, anche la IPB può ricomparire a seguito di un primo trattamento. Per ognuna delle tecniche sopraelencate, infatti, esiste la possibilità che si renda necessario un nuovo intervento per rimuovere tessuto adenomatoso residuo o ricresciuto.
A cura di: Salvatore Lo Giudice – Specialista in Urologia